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venerdì 14 novembre 2014

Gory Tex & Pulpy Fix episodio 16








"Palestra assassina"

- Meno male che l'abbiamo fatto ieri sera - disse Pulpy Fix, riferendosi ad un incontro sessuale passionale con una nuova amica, conosciuta in palestra in zona circonvallazione a monte.
- Oggi non sarei capace a muovere un muscolo, neppure quello che ti piace tanto - aggiunse, essendo appena tornato da una scheda di body building molto pesante.
- Belinone! - rispose lei, alla presunta battuta di spirito, ma fu come aggiungere legna al fuoco di un falò.
- Vedo che te lo ricordi benissimo! - replicò infatti il maschio virile.
- Veramente no, potresti rinfrescarmi la memoria - lo provocò la donna, con tono di sfida.

Al di là del fatto che la femmina lo intrigava molto, visto che era dotata di fisico ovviamente in forma e asciutto, ma addobbato con un paio di tette da quarta abbondante sode come marmo e naturali, doveva tenersela buona, in tutti i sensi, perché era la sua informatrice inconsapevole su tutto quello che succedeva nella palestra.

- Allora la smetti di tubare, che dobbiamo parlare di lavoro...- interruppe l'idillio telefonico Gory Tex, con piglio deciso che lasciava intendere non accettare repliche o rifiuti.
Dopo aver promesso un prossimo match a breve termine, ma lunga durata, il socio chiuse la comunicazione e rivolse l'attenzione al suo fratello di sangue e azioni criminose, in quella piovosa serata di metà novembre, che se non era da ennesimo allarme meteo poco mancava, per la disgraziata e martoriata città di Genova.
- Dobbiamo farlo domani sera, alla chiusura - incominciò Gory e Pulpy annuì, pregustando l'azione che li attendeva e il relativo alto ingaggio da incassare a cosa fatta.

Un ragazzo che frequentava la palestra si era sentito male, poco dopo essere tornato a casa da un allenamento intensivo di kick boxing, preceduto da una seduta di body building. 
Era morto all'ospedale San Martino per arresto cardiocircolatorio; dalla successiva autopsia era risultato imbottito di sostanze anabolizzanti. 

La sfortuna per i gestori della palestra non fu tanto la successiva indagine, dalla quale uscirono indenni poiché erano stati bravi a nascondere le tracce della loro colpevolezza, ma il fatto che il giovane fosse il figlio di un noto boss sudamericano che gestiva traffici nella Genova notturna del centro storico. E che l'incarico di appurare la verità e applicare la giusta punizione fosse stato affibbiato alla premiata ditta Gory & Pulpy.

Ecco perché, mentre Gory indagava dall'esterno su Paolo e Giorgio, i due soci proprietari e gestori del locale, il pigro Pulpy si dava da fare all'interno, sia seguendo con assiduità la scheda del suo personal trainer sia indagando sulla truce faccenda, facendo amicizia e tirando fuori la cosa come per fare quattro chiacchiere, durante le quali aveva agganciato la disponibilissima panterona Wilma.

- Due più due fa quattro - sentenziò Gory a Pulpy due giorni prima, quando si erano scambiati gli esiti delle loro reciproche informazioni sul caso.
Il verdetto di colpevolezza era stato riportato pari pari al boss Pedro che emise la relativa condanna, senza appello: - Muerte!

Attesero con pazienza che gli ultimi ritardatari uscissero; Paolo chiuse l'ingresso a chiave mentre Giorgio contava i soldi degli abbonamenti mensili, trimestrali e, pochi, annuali di quella giornata. Pulpy, che si era nascosto nello spogliatoio maschile, estrasse il pistolone, avvitò il silenziatore e indossò un passamontagna che non si sa mai. Con uno spray oscurò le webcam durante il percorso verso la direzione. Entrò e accoppò i due spacciatori, rapidamente, come il morso di un cobra o di un serpente corallo; per ulteriore prudenza oscurò anche la cam del locale e, senza perdere tempo a cercarne il relativo disco fisso, andò all'ingresso, mentre due pozze di sangue si stavano allargando sul pavimento. 

- Che ne dici di una birra per festeggiare? - chiese a Gory, una volta salito in auto.










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